Consigli del dentista

Radiofrequenza: curiosità e dubbi

Con il trascorrere del tempo, l’invecchiamento innesca un processo naturale che porta a un danneggiamento e una denaturazione del collagene: questa proteina responsabile dell’elasticità del tessuto connettivo a livello della pelle, una volta alterata, non impedisce più l’insorgenza di rughe e di tutti gli inestetismi correlati a una pelle poco tonica.

Tanto in ragione dell’avanzare dell’età quanto in rapporto al proprio patrimonio genetico, l’invecchiamento della pelle è un processo ineludibile, e può essere più o meno marcato e precoce anche a seconda della predisposizione di una persona, sebbene una maggior concentrazione di radicali liberi possa spiegarsi con:

  • l’adozione di un modello alimentare scorretto;
  • uno stile di vita troppo stressante;
  • un ambiente troppo inquinato;
  • l’esposizione ai raggi ultravioletti;
  • il consumo di alcool e tabacco.

La radiofrequenza è un trattamento estetico che sfrutta il calore generato da un apposito apparecchio a livello del derma: questo viene utilizzato per denaturare e quindi contrarre le fibre presenti nel collagene, ottenendo in questa maniera il classico effetto del lifting, che stira e compatta la pelle. Viene stimolata la produzione del collagene, e allo stesso tempo, si riesce pure a comprimere il volume delle ghiandole responsabili della produzione sebacea. La pelle è da subito più compatta, con un effetto bio-lifting immediato che migliora progressivamente nel tempo; si può riassumere che con la radiofrequenza è possibile contrastare il rilassamento della pelle causato dal trascorrere del tempo.

Gli effetti derivanti da un trattamento a base di radiofrequenza è relativamente graduale, e i miglioramenti estetici sono visibili generalmente dopo alcune settimane, con l’apice del risultato che si raggiunge anche oltre i quattro/sei mesi seguenti il trattamento, per arrivare al suo massimo effetto ottenuto dopo 15 mesi.

 

Il tempo necessario allo svolgimento di un trattamento si può stimare in mezz’ora circa e avviene generalmente nel corso di un’unica seduta, che non va ripetuta prima di un mese per consentire la naturale rigenerazione dei fibroblasti e la conseguente produzione di collagene.

Quelli indicati di seguito sono generalmente i campi di applicazione della radiofrequenza, e si possono riassumere in:

  • casi nei quali si debba effettuare un trattamento delle rughe;
  • casi per i quali sia necessario provocare un rilassamento della pelle a livello del viso, per ottenerne il ringiovanimento, e in particolare in queste circostanze:
  • per curare la lassità cutanea del profilo mandibolare e della pelle del collo;
  • per contrastare la lassità cutanea al di sotto del mento;
  • per eliminare la lassità cutanea delle guance;
  • per ridurre la lassità cutanea delle sopracciglia;
  • casi di trattamento della cosiddetta acne attiva.
  • La radiofrequenza in odontoiatria si inserisce in un contesto di riabilitazione estetica sia del sorriso che del viso, l’odontoiatra e il suo personale assistente specializzato e opportunamente formato, oggi possono ridare quelle condizioni estetiche che il tempo ha modificato o cancellato.

 

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About Gerardo Cafaro

Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

Consigli del dentista

Un’estetica digitalmente guidata

La moderna odontoiatria non è concepita più solo come la bravura e le capacità manuali del Dottore o del Tecnico, che con la loro maestria riescono a visualizzare nella loro mente prima e a realizzare con le loro mani poi, un capolavoro di estetica e funzione per i propri pazienti; nell’era digitale anche una branca medica qual’è l’odontoiatria, quotidianamente si avvale di strumenti e apparecchiature altamente tecnologiche,  consentendo a chiunque di ottenere risultati eccellenti quasi ogni giorno.

Il velocissimo sviluppo delle tecnologie digitali a cui abbiamo assistito negli ultimi anni si è ripercosso anche in questo campo, con la realizzazione e messa a punto di scanner intraorali per la presa d’impronta, dental software dedicati alla creazione di progettazione e previsualizzazione di lavori estetici complessi, stampanti 3D, facescanner, Cone beam (specifiche TAC dentali) etc.

SCANNER INTRAORALE

CONE BEAM

SOFTWARE PER LA PROGETTAZIONE VIRTUALE

Tutti questi presidi aiutano il clinico prima, il tecnico poi e il paziente alla fine, ad avere idee più chiare su quello che sarà i risultato finale, aiutandosi nella comprensione, nella trasmissione delle informazioni e nella soddisfazione finale di tutte le parti che sono chiamate in gioco.

Solo i costi ancora molto proibitivi impediscono a tutti gli studi di dotarsi completamente dell’intero flusso digitale, ma come la storia ci insegna, è solo una questione di poco tempo, perché la concorrenza e l’introduzione di strumentazioni più performanti porteranno ad una sensibile diminuzione dei costi di acquisto e di gestione delle sopra citate.

Questa tecnologia consente tantissime cose, ma il ruolo chiave è svolto dalla comunicazione medico/paziente, che fino a qualche tempo fa era solo verbale, ma che invece oggi è visiva e concreta, risultando così anche un potente strumento di marketing.

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About Gerardo Cafaro

Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

Consigli del dentista

L’importanza di curare i denti di latte

La dentizione decidua (i denti di latte), è una condizione morfologica e funzionale fondamentale della masticazione del bambino; difatti i denti di latte hanno tutte le stesse funzioni, forme e caratteristiche che hanno i denti dell’adulto:

  • consentono di masticare e quindi di nutrirsi, crescere e svilupparsi
  • permettono la corretta deglutizione e respirazione
  • consentono una corretta fonazione e quindi un normale sviluppo del linguaggio
  • agevolano la corretta permuta dei denti permanenti, guidandone il posizionamento e la funzione
  • donano estetica; i denti sani in un sorriso di un bambino non fanno altro che accrescere la percezione del bello e della salute.

La loro eruzione segue dei tempi e dei modi stabiliti, con qualche variazione da soggetto a soggetto, che si conclude in linea di massima intorno ai due anni e mezzo circa di vita del bambino.

Già in questa fase il genitore deve iniziare a lavare i denti al bambino, con opportuni spazzolini e dentifrici a loro dedicati, ed avviarlo a visite conoscitive prima e di controllo poi, dal dentista/pedodontista di fiducia, cosicché il piccolo paziente inizi a rapportarsi con questa figura, che tanto spaventa soprattutto i genitori, in modo amichevole e confidenziale. Intorno ai 6 anni di vita, il bambino inizia con la permuta dei denti, periodo questo che dura circa sei anni e nel quale si assiste alla caduta dei denti di latte e all’eruzione di quelli permanenti.

Il passaggiodalla dentatura decidua (da 6 mesi a 6 anni) alla dentatura permanente (dai 12 anni in poi) comprenderà una fase mista, che copre il periodo dai 6 ai 12 anni.

  • I. prima fase di permuta (6-8 anni): rappresenta il passaggio dalla dentatura decidua alla dentizione mista vera e propria; prevede la graduale esfoliazione degli incisivi decidui e comprende, in contemporanea, l’eruzione dei primi molari e degli incisivi centrali e laterali.
  • II. periodo intertransizionale (8-10 anni): è un momento di fisiologico arresto dello sviluppo dentale; rappresenta, in un certo senso, un checkpoint evolutivo, importantissimo per lo sviluppo delle basi ossee (aumento della distanza intercanina) e per la maturazione delle gemme dei denti permanenti prossimi all’eruzione. In questo momento saranno presenti in arcata incisivi e primi molari permanenti e canini e molari decidui.
  • III. seconda fase di permuta (10-12 anni): è appunto la fase in cui termina l’esfoliazione dei decidui e riprende l’eruzione degli elementi permanenti: canini, premolari e infine secondi molari. Non vengono chiaramente considerati i terzi molari.

 

Come ben si può intuire, la cura e la salute della dentizione di latte è di fondamentale importanza per il bambino e di conseguenza un dentino ammalato va curato e trattato come uno permanente, perché a parte qualche piccola difformità strutturale e/o anatomica, questi sono del tutto uguali a quelli dell’adulto e di conseguenza soggetti a carie, pulpiti, dolori e ascessi.

A sinistra un dente deciduo (di latte) e a destra un dente permanente.

E’ buona norma educare il bambino alla quotidiana igiene orale, ai controlli periodici dal dentista e alle cure dentali, perché un dente sano, che subisce la fisiologica permuta, facilita e agevola l’eruzione del permanente, mantenendo lo spazio adeguato e consentendo così anche che il sostituto esca dritto, riducendo il rischio di malposizionamenti dentali, malocculsioni e l’utilizzo di futuri apparecchi ortodontici.

I primi a dover essere sensibili a questo discorso devono essere i genitori, i quali devono controllare e motivare i figli, poi un importante ruolo è svolto dalla scuola, che deve aprirsi a formare le generazioni future in tal senso ed infine i dentisti/odontoiatri che devono porsi con un diverso approccio al paziente pediatrico, facilitando così la riduzione e/o l’eliminazione dell’ansia e della paura odontoiatrica.

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Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

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Il fumo e l’alcol i principali responsabili del tumore alla bocca

I tumori del cavo orale insieme a quelli della laringe e della faringe rappresentano il 10% circa di tutte le neoplasie maligne negli uomini e il 4% nelle donne, solo in Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 4.500 casi di tumori alla bocca e si registrano circa 3.000 decessi. Questo tipo di cancro purtroppo viene diagnosticato in fase già avanzata, quando la massa tumorale si è già ingrandita al punto da richiedere interventi mutilanti e spesso con scarsi risultati. La lingua è la sede più frequente coinvolta nelle neoplasie del cavo orale: infatti i carcinomi linguali sono il 30% circa di tutti i carcinomi orali.

Il tumore del cavo orale si associa più frequentemente al fumo e all’alcol; la coesistenza di queste due abitudini rappresentano un grosso rischio di sviluppare neoplasie orali. Diversi studi hanno evidenziato come gli effetti dell’associazione tra fumo e alcool nello sviluppare queste forme tumorali non si somma, ma si moltiplica. Uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto Mario Negri di Milano e pubblicato sulla rivista Alcohol and Alcoholism nel 2013 ha per esempio evidenziato che chi beve alcol, ma non fuma, ha il 32% di probabilità in più di sviluppare un tumore della bocca e della gola rispetto alla popolazione generale. Tuttavia, quando all’alcol si associano anche gli effetti del fumo, il rischio diventa quasi 10 volte più alto. Analoghi risultati sono stati stati evidenziati in relazione al tumore al fegato da uno studio pubblicato sull’International Journal of Cancer nel 2000. In chi consumava più di cinque unità alcoliche al giorno ed era anche un forte fumatore, il rischio di cancro al fegato è risultato essere più di 10 volte più alto che nella popolazione generale.Negli ultimi anni si è osservata una progressiva riduzione di incidenza delle neoplasie orali alcol e tabacco correlate, soprattutto nel sesso maschile, mentre nel sesso femminile, si è invece registrato un aumento.

Esistono anche altre cause favorenti l’insorgenza di tali patologie, come la scarsa igiene orale, masticazione di tabacco e l’errato posizionamento di protesi dentarie.

Il tumore del labbro è più comune negli uomini, e si sviluppa soprattutto in persone dalla pelle chiara che trascorrono molto tempo al sole (per esempio i muratori, gli agricoltori o i pescatori) o nei fumatori di pipa. I tumori del labbro rappresentano l’11% circa dei nuovi casi, ma sono responsabili solo dell’1% dei decessi totali.

Non è possibile formulare raccomandazioni a favore o contro lo screening di routine per i tumori del cavo orale per gli individui che non presentano sintomi. È comunque consigliato effettuare una visita odontoiatrica l’anno, per verificare la salute dei denti e delle mucose. Questa pratica diventa essenziale dopo i 60 anni in soggetti che hanno avuto stili di vita a rischio. In particolare è importante non sottovalutare eventuali lesioni della bocca solo perché piccole o indolori: noduli o indurimenti della mucosa, piccole ulcere, placche bianche o rosse o bianco-rossastre specie se sanguinanti, escrescenze. I medici dovrebbero prestare particolare attenzione alle lesioni precancerose e a qualsiasi segno o sintomo di tumore del cavo orale, in tutti gli individui che consumano tabacco (sigarette, pipa, sigaro) o che assumono regolarmente alcol.

Per tutti è valido il consiglio di adottare uno stile di vita sano, non fumare, non consumare tabacco in alcuna forma e limitare l’alcol.

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Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

Consigli del dentista

Laser e odontoiatria

L’utilizzo della tecnologia Laser in odontoiatria oggi è una realtà a cui non ci si può più sottrarre perché sono tantissimi i campi di applicazione: dalla semplice rilevazione della carie del dente già nella sua prima fase all’individuazione di tumori del cavo orale, dall’utilizzo nell’esecuzione di procedure chirurgiche, parodontali ed endodontiche al trattamento di piccole carie in modo del tutto indolore. Sin da 1960, quando Theodore Maiman dimostrò la reale efficacia del laser, questa tecnologia ha fatto passi da gigante generando introiti multi miliardari e influenzando anche la nostra vita quotidiana essendo ampiamente utilizzati in dispositivi di archiviazione ottica, lettori CD e DV, in PC, spettofotometri (utilizzati per la rilevazione del colore e per l’individuazione dei più piccoli tumori), utilizzati in oftalmologia, dermatologia, etc. L’utilizzo di laser in odontoiatria sta trovando sempre maggiori applicazione soprattutto nella diagnosi e la cura della malattia parodontale, consentendo di individuare il tartaro sottogengivale, la cui rimozione riduce il rischio di infiammazioni e sviluppo della malattia.

La luce laser è impiegata nello “sbrigliamento” e nella detossificazione delle tasche parodontali infette da batteri e da infezione, è usata per eseguire piccole gengivectomie dei tessuti ipertrofici e per la rimozione di strati superficiali di tessuto duro infetto dalla superficie radicolare dei denti. L’utilizzo degli stessi per nella rimozione del tessuto molle malato ha avuto una grande successo in quanto il laser agisce sigillando i vasi sanguigni e le terminazioni nervose; il tessuto assorbe l’energia della luce laser non facendola penetrare troppo in profondità, vaporizzando le cellule superficiali e lasciando un residuo di carbonio in superficie che protegge il sito. La capacità di individuare la fluorescenza da parte di questi dispositivi, consente anche l’identificazione, anche in fase iniziale, di lesioni potenzialmente pericolose come tumori del cavo orale, permettendo così di fare una diagnosi precoce. Questi sono utilizzati molto anche nella cura di Herpes labiali e afte perché ne permettono una rapida risoluzione. Uno dei più recenti utilizzi della tecnologia laser è la diagnostica della carie dei solchi, della demineralizzazione dello smalto e di tante altre piccole aree di patologie cariose non facilmente individuabili. Questa sfrutta la fluorescenza, una luce lievemente incandescente che si sviluppa a causa della presenza di batteri in aree cariose,

la quale viene catturata da un rilevatore laser che poi la evidenzia e la rimanda all’operatore. Anche l’utilizzo in endodonzia, per la rimozione della polpa dentale e la detossificazione del lume canalare sta prendendo sempre più piede, ma la vera rivoluzione sta nel fatto che la luce laser riesce a rimuovere, vaporizzandolo, lo smato del dente, eliminando così l’uso del classico “trapano” nella cura della carie, anche se risulta essere molto lento, e quindi per le grosse cavità cariose è poco efficace. Anche la capacità di attivare i prodotti chimici utilizzati per lo sbiancamento rappresenta un punto di forza, velocizzandone e ottimizzandone il risultato finale. Il grosso limite i questa tecnologia è che l’utilizzo, soprattutto nella cura della carie è ancora troppo lento, che i costi degli apparecchi sono ancora troppo elevati e che non esiste un solo laser che faccia tutte le cose sopracitate nell’articolo, ma occorrono diversi dispositivi con peculiarità specifiche. La tecnologia laser è già il presente degli studi odontoiatrici moderni, però altre migliorie dovranno essere apportate per potenziare efficacia e costi.

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Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

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ATM e le sue disfunzioni

Sempre più spesso si presentano pazienti che lamentano fastidi, rumori e dolori alla mandibola, in particolar modo localizzati nella regione dell’articolazione.

Le cause possono essere le più disparate: sindromi algiche disfunzionali legate a stress muscolare da cause psicologiche, dentali e/o occlusali, da cause attribuibili ad abitudini viziate e da cause posturali; sindromi da incoordinazione condilo meniscale, e più raramente cause neurologiche (forti nevralgie del trigemino).

Quella presa in esame in questo breve articolo riguarda l’incoordinazione condilo meniscale, cioè la incorretta relazione tra la base cranica, il condilo mandibolare e il disco interposto; in condizioni fisiologiche questa consente la rotazione prima e lo scivolamento poi della mandibola rispetto alla base cranica su di un “cuscinetto”, il famoso disco articolare, determinando l’apertura della mandibola.

Se uno dei componenti di questo sistema non funziona correttamente, per cause spesso psicologiche, insorgono disordini e patologie interessando così altri componenti del sistema come muscoli e denti. Un esempio classico sono le persone che rispondono ad uno stress sul lavoro o nella vita privata (divorzio, lutto ecc.) digrignando i denti, fenomeno noto come bruxismo o serrando i denti. Ciò accade perché il cervello dice ai muscoli della masticazione di stare contratti in continuazione causando così non solo fratture e usura dei denti, ma anche stanchezza e dolore a livello dei muscoli masticatori stessi. Però, anche l’articolazione temporo-mandibolare che fa parte del sistema viene sovraccaricata e stressata e si può avere un danno al suo interno che si manifesta con rumori prima e dolori poi, e in qualche caso l’intero sistema può addirittura bloccarsi determinando una impossibilità ad aprire o a chiudere correttamente la bocca. Siccome in nostro corpo è collegato da catene di muscoli e articolazioni e strutture nervose interrelazionate tra loro, a seguito di problemi all’ATM (articolazione temporo meniscale) non è raro osservare tutta una serie di problematiche e/o complicanze come cefalea, dolore al collo, dolori lombosacrali o più in generale dolori di schiena e problemi all’orecchio come gli acufeni.

 

Se non diagnosticato e curato correttamente e tempestivamente, può accompagnato da altri disturbi, quali il dolore cronico, ansia e depressione secondari, che compromettono la qualità della vita dei pazienti.

Il trattamento di questi disordini prevedono il lavoro in sinergia di più professionisti:

1)L’odontoiatria con una competenza specialistica (Gnatologo) che ha il compito di allentare la pressione sul disco articolare, rilassare la muscolatura e ridurre lo spostamento della mandibola in posizioni non fisiologiche mediante l’utilizzo di dispositivi specifici come il Bite opportunamente realizzati e registrati.

2) Il posturologo che invece ha il compito di alleviare la tensione muscolare e tendinea corporea e dell’area interessata, ricalibrando così la postura mediante manovre e presidi specifici.

3) L’optometrista, che correggendo i difetti di vista migliora la postura del capo, eliminando posizioni innaturali della testa e del collo.

4) L’otorino, il cui compito è quello di migliorare o risolvere le problematiche respiratorie cancellando di fatto le anomali posizioni del capo che favoriscono un maggiore afflusso di aria in pazienti che presentano dei deficit.

In conclusione, le patologie dell’ATM, come visto, hanno una etiologia multifattoriale e solo una attenta analisi del caso può portate ad una risoluzione o quanto meno a ridare una qualità di vita migliore al paziente, però ci si deve avvalere della professionalità di persone competenti e dedicate come quelle sopraelencate e non affidarsi al primo “dentista” di turno.

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Il Dott. Gerardo Cafaro vanta una laurea in odontoiatria e protesi dentaria conseguita presso l’Università degli Studi di Siena nel 2004. Dopo la laurea, ha frequentato il corso di perfezionamento in conservativa estetica dal titolo “Il restauro conservativo dei denti anteriori e latero-posteriori” tenuto dal Dott. Lorenzo Vanini a Milano. Tra il 2005 e il 2006 ha conseguito il Master di II livello all’Università degli Studi di Siena. Le lezioni del Master erano tenute dal Dott. Andrea Gesi. Nel 2007 ha frequentato il corso di perfezionamento avente come tema le faccette in ceramica Lumineers.

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L’utilizzo di Probiotici per combattere la carie dentale

Uno studio condotto negli USA tra il 2011-12 ha evidenziato come il 91% della popolazione compresa tra i 20-64 anni fosse affetta da carie dentale, questo è esacerbato dal consumo di alimenti e bevande ad elevato contenuto di zuccheri e dai mancati controlli e igiene periodica dal dentista. Controlli di PH del cavo orale eseguiti su questi pazienti hanno evidenziato come le bocche sane avevano un livello di PH neutro, mentre quelli con carie diffuse avevano livelli di PH acido con conseguente proliferazione di batteri che inducono la stessa. Ricercatori dell’Università della Florida guidati dai Prof. Robert Burne e Marcelle Nascimento nell’indagare le cause che determinano  così alti valori di PH hanno individuato un ceppo di batteri “buoni” che antagonizzano e neutralizzano l’azione distruttiva di quelli “cattivi”, spianando la strada all’utilizzo di Probiotici per prevenire la carie. I ricercatori hanno individuato l’esistenza di due composti che vengono scissi in Ammoniaca, la quale aiuta a neutralizzare l’acidità della bocca; questi composti sono l’Urea e l’Arginina. La ricerca ha individuato un particolare ceppo di batteri “buoni” appartenenti agli Streptococcus che aiuta a scindere questi composti, attualmente viene identificato con la sigla A12. Nella placca batterica sono stati individuati oltre 2000 batteri ma solo 54 erano capaci di metabolizzare l’Arginina e di questi solo l’A12 aveva capacità probiotiche di impedire la formazione di carie. I ricercatori sperano di utilizzare questi risultati per sviluppare uno strumento di screening per persone che hanno un elevato rischio di sviluppare la carie ovviamente insieme ad altri fattori come la dieta e l’igiene orale. il Prof.Brune ha spiegato che proprio come utilizziamo i probiotici per promuovere lo stato di salute dell’ intestino, così potremmo fare per la salute della nostra bocca nel prossimo futuro. Altra fondamentale scoperta è stata che l’A12 ha anche capacità di ostacolare le attività e qualche volta anche di uccidere lo Streptococcus Mutans uno dei maggiori responsabili della carie dentale, il quale ha le capacità di metabolizzare lo zucchero in acido lattico creando così le condizioni di un ambiente orale acido e conseguenti processi di demineralizzazione e cavitazione delle strutture dentali. L’utilizzo del probiotico orale A12 per combattere la carie è molto lontano, ma i risultati risultano essere molto promettenti.

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